Iperdifensivo

Qualcuno mi ha detto che sono un pò troppo sul difensivo. Certo, è vero. Ma come si fa a lasciarsi andare completamente quando si sa di mettere se stessi in difficoltà? Come si fa quando si sa già a priori di infilarsi in una situazione senza facili vie d’uscita, nella quale qualcuno ne esce irrimediabilmente e irreparabilmente bruciato? E non dico che quello bruciato debba per forza essere io, potrebbe anche andarmi di lusso, ma perché in questo caso dovrei tirare in mezzo altra gente?

Tempo fa scrissi che ero solamente in grado di seguire il mio cuore. Beh, non credo di poterlo più dire, perché non capisco più dove vada il mio cuore. Riesco solo ad agire d’istinto, ma quando cerco d’ascoltarlo, mi prende a craniate. Non ci capisco più nulla.

Di cose da dire probabilmente ne avrei, ma sinceramente scenderei troppo nel personale, e guarda caso sono troppo sul difensivo per poter parlarne. Almeno per ora.

Ho abbassato ingenuamente la difesa, e sono stato colpito in pieno.

E fa male. Molto male.

Reazione Eccessiva

A volte ho delle reazioni eccessive. Lo so, ne sono perfettamente conscio. Ed a volte me la prendo con qualcuno. Se questo qualcuno, come nel 99.8% dei casi, mi è indifferente, il problema non sussiste. Se al contrario si tratta di quello 0.02%, beh… allora sono cazzi.

Questa è la volta di una persona facente parte quello 0.02% di cui mi frega qualcosa. Persona capitata nel mezzo, ha errato in buona fede, ma mi ha colto su un nervo scoperto. Mi sono incazzato con questa persona, è vero, ma so che forse la mia reazione è stata eccessiva, almeno con lei. E di contrappasso, ora io mi sento una merda. Quindi, facendo i conti, oltre ad essere incazzato come una bestia, ora sono anche triste.

Prima non era così, o meglio lo era ma la situazione era diversa: prima avevo la musica, ora non la ho più. Prima, quando proprio stavo incazzatissimo, prendevo la mia amata chitarra, l’attaccavo al mio amatissimo amplificatore, davo fuoco ai suoi 125 watt e facevo tremare il pavimento (e sono 32cm di cemento armato, mica cazzi). E quello stesso tremar di terra mi liberava, mi depurava. Se accompagnato dalla mia voce irata poi, il risultato era proprio ottimo.

Ora tutto questo non lo ho più. Non ho più tutto questo da più di un anno, da quando ho consegnato l’amplificatore in riparazione ad un amico di [SkiD], e non si sa SE e QUANDO ne tornerò in possesso. Non che [SkiD] ne abbia colpa, ma veramente ora mi trovo fuori dal mondo. Non posso più scaricare la mia rabbia.

E non faccio più arti marziali, perché non ne ho tempo… non faccio più karate, non faccio più capoeira, non faccio più kali filippino… e non bevo più, e non fumo più… non ho sollievi, neanche temporanei.

In compenso i problemi crescono. Ho un lavoro che farebbe gola a molti, eppure non mi da gusto e non mi vien voglia di lavorare, o nello specifico, di fare questo esatto tipo di lavoro. Ma nonostante questo i boss reclamano, i clienti cercano, il tempo è poco, troppo poco per permetterti di avere una vita tua nel frattempo. Prima, tra male o bene, trovavo sollievo nel “passatempo” chiamato rete, luogo telematico-cibernetico in cui mi ritrovavo a passare la maggior parte del mio tempo quando stavo ancora studiando, e che occupa gran parte del mio tempo ora. Ed anche in questo mondo, gli impegni vanno accavallandosi ed aumentando, ed io non so più dove sbattere la testa…

Per quelli che non lo sapessero, ora sono capo di un clan di un programma televisivo (L33T, in onda su Rai-Doc Futura e SKY 809, attorno alle 16), per la precisione di War Rock, un MMOFPS. E questo significa responsabilità verso tutti i componenti del clan, nonché il cercare di comportarsi sempre al meglio per il bene del team. E non solo. Ora sono anche diventato responsabile di una delle 4 sezioni del forum dello stesso programma, e questo, come indica la parola stessa, comporta altre responsabilità. Ovviamente sono orgoglioso di tutto ciò, sia del fatto che abbiano trovato in me un leader per il clan, sia per il fatto che mi abbiano ritenuto all’altezza della responsabilità di Play (anche se suppongo che quest’ultima sia stata più dovuta alla scarsità di persone eleggibili, ma questa è un’altra storia). Ma tutto questo sta aggiungendo più “carico” alla mia situazione attuale.

E poi non vuoi “programmare un elite check” per i tuoi amichetti? Avrei voluto rispondere “ti dispiace se ho una vita?” anche se non l’ho fatto, perché molto più probabilmente in realtà di vita non ne ho affatto. La gente mi chiama da ogni dove, e sta letteralmente tirando via ogni singolo brandello d’energia che mi rimane. E poi non vuoi pensare a cosa “farai da grande”? Certo, hai già un lavoro, annessi e connessi, ma se questa vita non ti piace così com’è, perché non cerchi di cambiarla?

Soggetto a reazioni eccessive. Nervoso. Iperteso. Iracondo. Lunatico. Violento. Folle. Borderline. Ossessivo-Compulsivo. <Aggiungi la tua parola qui>. Sono tutte cose che mi rappresentano, e l’han sempre fatto. Ma forse non sempre.

C’era un tempo in cui mi dicono io fossi “sempre sorridente”, in cui non piangevo mai, in cui nel caso mi fossi trovato da solo nella culla, senza nessuno attorno, avendo fame, non piangevo: cantavo. Non mi è mai piaciuto troppo il silenzio, sono sempre stato prono a far chiasso ben mirato, ma sempre più ultimamente mi ritrovo ad ascoltarne il rumore ed il suono, come dicevano Simon & Garfunkel. C’era un periodo in cui ero felice, ora non so più di esserlo, ammesso e non concesso ch’io l’abbia mai saputo.

Ma in quel tempo io avevo molti amici. In quel tempo io ero innamorato. In quel tempo io avevo una ragazza. In quel tempo non ero ancora stato tradito dai miei migliori amici. In quel tempo io avevo ancora la musica. In quel tempo io avevo trovato anche la demoscene. In quel tempo avevo infinite valvole di sfogo. In quel tempo avevo sempre ben chiaro ciò che volessi fare. E dopo, quando ho avuto dubbi sulla realizzabilità di ciò che avevo in mente in quel tempo, sono andato avanti in ogni caso. In quel tempo assimilavo conoscenza dove potevo. Ora che ho molta più conoscenza della maggior parte delle persone, rimpiango quel tempo, quando non l’avevo, e quando potevo risvegliarmi senza pensieri tutti i giorni.

Ma questi, come si suol dire, sono altri tempi.

Ogni tanto mi pare di avere un brandello di serenità, ma con altrettanta nonchalance sono in grado di rovinarmi la vita, e rendere inutile tutto ciò a cui quel piccolo brandello fosse valso. Ed il fatto di non sapere, nel bene o nel male, se questo, il fatidico caso dello 0.02%, sia una distruzione totale di tutto ciò che stavo lentamente cercando di costruire, mi sta ammazzando.

Si sa, io me le cerco. Ma state certi che per esperienza vi assicuro che se io non cerco i guai, i guai cercano me. E devo avere qualche fottutissimo segnalatore installato addosso, perché mi trovano sempre.

Ed in momenti come questi non riesco a non pensare a quanto accaduto pochi giorni fa… il primogenito di uno dei miei datori di lavoro, 21 anni, è morto. Stava guidando, ed ha portato altre 3 persone con se, mentre una è in condizioni critiche ed a rischio di morte. Aveva soldi a palate, era felice, non doveva preoccuparsi di nulla, era come me, solo più ricco, aveva sempre voglia di festeggiare. Ora è morto.

Quando penso a questo mi sento triste. Ho vissuto quattro anni in più di lui, e di solito dico di non voler vivere per sempre, e che mi piacerebbe finisse presto, però sento che avere qualcuno come lui all’altro mondo significa che c’è qualcosa di sbagliato. E che dopo tutto dovrei essere grato di ciò che ho, e cercare di non sputtanarlo.

Non so se ho già sputtanato tutto, ed ora che ci penso è anche più ironico, considerato che ho sempre considerato le parole tratte da U2 – Dirty Day come cose da ricordare sempre, anche se questa volta pare io non l’abbia fatto. Cosa posso dire…

Fai attenzione a dove miri
perché potresti anche colpire
e quando ti aggrappi a qualcosa così forte
l’hai già persa

Il Trittico delle Delizie

Sappiate che questo post sarà molto, molto lungo…
Prima di cominciare, posto il testo di una canzone che mi descrive abbastanza bene al momento.

Sono solo, braccato come un cane non mi muovo, se abbaio muoio, serro i denti e resto prono mentre il suono dell’angoscia sale e mi fa male, sottile come un tacco a spillo… mi buca il cuore, sanguino, lacrime che urlano come megafoni che non si fermano e violantano il buio che mi benda, un buio morbido, simile a una tenda di meduse che m’accarezza il viso con un frullo d’ali, percepisco sguardi ostili di animali affamati di terrore che mi scrutano, e dalle nebbie dei ricordi ritornano, e m’azzannano l’anima in un sadico gioco, ed io divento topo in una muta di gatti. Nudo, come un coleottero in cima a una forchetta, aspetto, ma il boia non ha fretta, e intanto affila l’ascia sull’angoscia che mi tiene stretto a se, come una mantide gelosa del suo pasto, che mi congela il sudore in gocce d’alabastro incastonate nella fronte, che s’insinuano dentro di me profondamente come schegge di parossismo irrazionale, e non c’è legge che mi possa governare perché sto a impazzire…

(Hai scelto di colpire io difenderò) x8

Come un ossesso oscillo il capo lentamente, da parte a parte come gli orsi negli zoo, e in un delirio io mi sento soffocare, l’adrenalina sale in un flash e spalanco le ganasce in un grido silenzioso, e l’angoscia di colpo si mette a riposo perché c’è la morte, di cuoio, con una frusta, ingoio la saliva e me la gusto, e se questa dunque dev’esser la mia ora dico “Prego: dopo di lei, Signora”

(Confrontati ora col nemico per l’ultima volta a testa alta) x4

(Frankie Hi-NRG-MC – La Cattura)

Poi ci sarebbero anche altri versi, tipo «It’s hard to be courageous, in a world that doesn’t care for you» (Exilia – I Guess You Know), nonché «Prendo le distanze da me perché non voglio avere niente a cui spartire con me, da condividere con chi, come me, non fa nulla per correggersi: sono il mio nemico, il più acerrimo. Carceriere di me stesso, con la chiave in tasca invoco libertà ma per adesso so che questa cella resterà sprangata, a triplice mandata dall’interno: sono l’anima dannata messa a guardia del mio inferno» (Frankie Hi-NRG-MC – Autodafè), «In cattiva compagnia soprattutto se sto solo, negativo come i G in una picchiata, prendo il volo, salgo, stallo e aspetto il peggio, che non sta nella caduta, ma nell’atterraggio» (Frankie Hi-NRG-MC – Autodafè), «I see your faces, I have no place, I have to run and hide all my pain. I don’t like this world, ‘cause something is wrong» (Exilia – The World is Falling Down) e mi fermo qui… almeno per il momento…

Ora inizia il Trittico delle Delizie (per chi non conoscesse il pittore Hieronymus Bosch… VERGOGNA!!). Vi salto la parte più dolorosa per certi versi, riassumendolo con un mio pensiero di questa mattina: “Quando qualcuno tiene il piede in due staffe, qualcun altro si farà immancabilmente ed irrimediabilmente male”. A seguito di tutto questo dolore ho ricominciato anche a scrivere… ed ho detto tutto… non scrivevo più una canzone da anni…

Comunque, questa giornata è nata all’insegna della tragedia.

Mi addormento, dato che avevo intenzione di risvegliarmi verso le 7:00 per far visita a dei miei clienti. Mi sveglio alle 3:40, pregustando già allora la tragedia incombente. Guardo un pò di TV, mi rimetto a letto, mi riaddormento a fatica… suona il cellulare alle 7:00, lo spengo e mi rimetto a dormire… suona il secondo cellulare alle 7:15, lo spengo e mi rimetto a dormire… mi risveglio, conscio del fatto di essere in tremendo ritardo, controllo l’orologio e vedo che sono le 9:56. Il check-out all’albergo è previsto massimo per le 10:00. Inizio a bestemmiare di prima mattina.

Ma giustamente non mi arrendo, mi rivesto in fretta e furia, rimetto tutto dentro la valigia, esco, e chiedo la ricevuta alla reception. Ma il PC non funziona… dopo vari tentativi, le dico di lasciar stare ed intono un “oggi non è giornata, firulì, firulà”. Lascio i miei dati e mi dicono che me la spediscono per posta. No problem.

Entro in macchina, faccio un rapido calcolo, capisco che non ce la farò mai a finire tutta la provincia di Ancona entro le 12:00, allora decido di saltare un paio di clienti minori e tirar dritto. E così fu, perfettamente, che mi ritrovai in tempo giusto ad un paio di chilometri dall’ultimo cliente.

Penso a due ragazze, Barbie & Asteria, penso che dovendo trovarmi nel pomeriggio vicino a Siena, avrei potuto deviare verso Firenze per andarle a trovare. Vedo la macchina dei Carabinieri davanti a me nello stesso istante: controllo la velocità, do un tocco al freno, ma non mi sono accorto dello STOP. Brucio lo STOP, una macchina arriva dalla mia sinistra, mi evita per poco, saluto la morte che mi ha sfiorato la mano, controsterzo, mi butto sulla corsia più a destra e… miracolo… io sono vivo, lui/lei è vivo/a, nessuno si è fatto male, nessuno scontro. Controllo il navigatore satellitare e vado per la mia strada. Arrivato a circa 600m dal mio cliente vedo la macchina dei Carabinieri, che prima si trovava a mezzo metro dall’incrocio, e capisco subito che questa volta sono fottuto. Cammino con nonchalance pregando che non stiano venendomi dietro, ma un lampeggio degli abbaglianti mi toglie la speranza. Arriva il tipo, anche abbastanza incazzato, e dopo il “Patente & Libretto” di rito, una paternale, un “cosa ci fa lei qui”, un “ma si rende conto di quello che ha fatto?”, un mio “guardi come cazzo mi tremano le mani… stavo per morire… crede che non me ne sia accorto?!?”, lui si quieta e, rivoltosi verso la sua macchina, mi fa “resti lì, le faccio il verbale per mancata precedenza”. Risultato: 138 euro di multa e 6 punti in meno nella patente.

Nota. Quando scampate alla morte e pensate “sarebbe stato meglio se ci fossi rimasto secco”, evidentemente c’è qualche problema. Ma andiamo avanti…

Pensandoci su ho realizzato che non ho mai commesso un’infrazione, non ho mai tamponato, non ho mai fatto un cazzo di incidente, e questa volta quando stavo per morire e non è successo nulla… MI CI HANNO RIMENATO SOPRA LORO!!!

Ho continuato con un pezzo del mio giro, mi sono depresso, ho comprato una bottiglia di Jack Daniels ed un pacchetto di Marlboro (notate che ho smesso di fumare 2 anni e mezzo fa, e di bere 2 anni fa) ed ho ripreso l’autostrada verso casa. Ed ho trovato 5km di coda.

In ogni caso, tornato a casa, alla fine di tutto questo, forse ho trovato un bagliore alla fine del tunnel…

Ora spero solo che non sia ciò descritto dai Chambers in Should I Fall, ovvero: «it’s an illusion, no guiding light, our mother’s dead and gone, we’re all alone, my brother see: this twinkling shine’s a perfidious black butterfly»…

Che dire…

Should I fall
Should I fall
Should I fall for you
Should I fall
Should I fall
Should I follow you

PS: un sentito ringraziamento pubblico a sephicloud, che nonostante sia stata assillata dal sottoscritto negli ultimi giorni, si è mostrata sempre molto disponibile, e m’ha dato un pò di speranza… o almeno c’ha provato, ma io, si sa, sono un caso perso 😉

Pensieri

Pensieri. Sono una cosa molto brutta da avere di questi tempi. Per quel che mi riguarda il solo fatto di pensare mi causa innumerevoli problemi, data la mia spiccata attitudine all’introspezione. E si sa, vivendo in mezzo al marcio c’è il fortissimo rischio che il marcio prenda il sopravvento su di se. D’altronde come ricordo a me stesso molto, ma molto spesso: “se danzi con il Diavolo ed inizia a sembrare diverso, non sta cambiando: è lui che cambia te”.

Mi guardo in giro, leggo, mi informo, e dovunque mi giri mi viene da star male. Vedo il TAV, rivedo mentalmente il Vajont, vedo l’IRAQ, rivedo mentalmente la seconda guerra mondiale, vedo nazifascisti proclamare la loro superiorità, la superiorità di Benito Mussolini, di come bisogna “sterminare questa gentaglia” che viene qui e che “ci ruba posti di lavoro”. Vedo tutto questo e ripenso ad Einstein, si, proprio a lui:

Ci sono due cose infinite al mondo: l’universo e la stupidità umana. E della prima non sono tanto sicuro

Prendo atto di tutto questo e mi viene da piangere. Come se già non avessi abbastanza cose di cui rattristarmi. Penso che in tutto questo tempo l’Italia e gli italiani non hanno ancora capito un cazzo: sono quasi tutti contro gli immigrati ed a favore della guerra. Ce l’hanno con gli immigrati… ma porco dio… non avete imparato un cazzo dalle nostre emigrazioni? Non pensate che ciò che stan passando loro ora l’abbiam passato noi decenni fa? Qualcuno ha anche avuto il coraggio di dirmi: “si, ma noi siamo stati trattati allo stesso modo”. E NON AVETE IMPARATO ANCORA UN CAZZO DA QUESTO?!?. Dio, ci frega pure l’Algeria… dico: L’ALGERIA che offre solidarietà agli immigrati… viva l’Italia. E non parliamo di religione, che come avrete già letto nell’whoami non è argomento che mi lascia indifferente.

Sta per arrivare l’ennesimo compleanno, manca poco ormai, e non posso fare a meno di pensare a quanto io abbia, ed a quanto non influisca minimamente sul mio morale. Qualcuno soventemente mi chiedeva “Perché stai così giù? Cosa ti manca?”, e la risposta che da un pò di tempo ho formulato è “Nulla… tranne la felicità”. Da ieri pare sia tornata in me una strana forma depressiva che mi coglie spesso oramai, alla quale sono abbastanza abituato, ma che comunque mi attanaglia sempre per diversi giorni. Come un vuoto interiore che non riesco mai a colmare, a prescindere da quanto io cerchi disperatamente di farlo. Avrei cose da fare, ma non ne ho voglia, cose che potrei fare, ma non mi stimolano, avrei voglia di urlare, ma mi mancano la voce necessaria e la volontà, posso solo sussurrare a me stesso. In poche parole soffro in silenzio, come ho sempre fatto e continuerò a fare. Salvo il fatto che ora ho questo website sul quale posso riversare tutti i (o parte dei) miei pensieri, così come sto facendo ora. Ma inizio quasi a pentirmene, come al solito, quindi credo che mi fermerò quì.

Mi chiedo per quale ragione siate qui, cosa vi ha spinto a leggere questi pensieri alquanto deprimenti, salvo la casualità. Il modo per illuminarmi ve l’ho fornito.