Oh, miei Dei…

Ho appena notato il fatto che il mio ultimo post risale a più di un anno e mezzo fa. A dir la verità non è che ci siano poi queste grandi novità: stesso lavoro, più nessun MMORPGs, gioco molti più videogiochi differenti, stessa ragazza, stessa vecchia vita. Oh, ho adottato una gatta! Questa è una novità. Io odio i gatti. Eppure…

Il mio nuovo sito è completo al 95%, comunque. Ed è completo al 95% da mesi. Avere un tempo di attenzione limitato può far davvero schifo, sapete.

Ho dei nuovi/revisionati progetti software su cui sto lavorando: un’app per la conversione dei segnali della batteria di Guitar Hero in midi (completo all’80%, vedi la nota sopra riguardo il sito), un rinominatore di massa finalmente riscritto da capo (prima scrittura del 2005, forse prima, completo circa al 98%), alcuni cheating tools per un paio di giochi (non vi sto a dire quali) e ultimo ma non per importanza… no, scherzo, nun vo o dico 🙂

Oh, se può interessarvi mi sono fatto un account twitter, anche se non ci scrivo da un po’.

Non abbiate timori, continuo sempre a controllare i commenti ed i messaggi privati che mi inviate.

Pace a voi.

Anche i gabbiani dormono

Oggi ho visto Rattle and Hum, e d’improvviso m’è salita l’angoscia, la tipica angoscia che mi assale in certi momenti. Tanta è stata la botta che ho deciso, alle 5:00 di mattina, di rivestirmi, entrare in macchina ed uscire di casa. Tra me e me pensavo “ci son due tipi di persone che escono alle 5 di casa: i ladri ed i fornai”, frase che per la prima volta capii essere errata, in quanto avevo tralasciato gli addetti ai pescherecci. Ma divago.

Nel lento aspettar ch’il sol sorgesse, navigavo a pel di memoria. Ricordi di un’era passata, seppur trattasi di pochi anni fa. Chiamate oltre oceano ad arzille ragazze sparse un pò per i continenti, lunghe/semieterne passeggiate, albe e tramonti, liriche e prose, amici e vizi. Un pò come l’acqua marina mattutina, che va sia al largo che a riva. Il vento che increspa e muove l’acqua portandola verso il largo, quella stess’acqua che incessantemente spinge se stessa verso la riva, ed il tutto a pel d’acqua, tanto più che si stenta a capir cosa va dove, eppur si scorge l’acqua andare in tutte e due le direzioni contemporaneamente. Allo stesso modo la mia anima va dalla parte opposta del mio corpo, tanto più che fatico a capir chi abbia torto, ma forse entrambi han ragione, “come due tipi che discutono e nessuno ha ragione, on and on and on and on”.

E di lì a poco capii altresì che, così come i ricchi piangono, i gabbiani dormono, anche se hanno la sveglia puntata all’alba. Così come i corvi, anche se non ho capito cosa ci facessero i corvi in spiaggia coi gabbiani. Ma divago, tanto per cambiare.

La rabbia montava in me mentre realizzavo di non essere affatto cambiato. Sono solo un pò più ricco, un pò meno solo, con un pò meno amici, ma con gli stessi talenti. E mi sento come nella parabola dei talenti. In parte prego affinché morte o apocalisse arrivino presto a livellare le anime, affinché io possa giustificarne il seppellimento o, quantomeno, il non utilizzo. Se da una parte non credo in Dio quindi, dall’altra spero esista. Il che, per me, è quantomeno strano.

Il sole si leva, asciugando le lacrime porte al vento, lasciando iniziare un nuovo giorno. A cui seguirà un nuovo pomeriggio, una nuova sera, ed una nuova notte.

E quindi uscimmo a riveder le stelle.

Soldati, alle Armi

Non so per quanto tempo ancora reggerà questo piccolo luogo nefasto a forma di stato che i più arditi chiamano Italia. Vedo una costante presenza di forma vitale (più o meno) dallo scarso intelletto e dalla scarsa consapevolezza che i più (in ogni senso, spesso negativo) chiamano italiani.

Questo piccolo paese, governato da piccole persone con piccole menti, e guarda caso dedita alla piccola criminalità sta collassando. E tutto ciò che ne esce è un’ennesima caccia alle streghe. O per dirla in termini un po’ più aggiornati, una mediatica caccia allo straniero.

Ah, e m’ero quasi scordato la “corsa alla solidarietà all’Abruzzo”. Io di notte dopo qualche scossa che purtroppo sento ancora, ogni tanto mi metto a piangere. Ricordo la gente che lodava il governo, lodava la protezione civile, lodava tutti, e nello stesso tempo parte della mia famiglia moriva sotto le macerie, non perché non ci fosse gente o perché non potesse essere aiutata, ma perché non erano autorizzati a farlo.

“Big deal” direte voi, ma cosa significa? Significa che la gente che sapeva che altra gente era sotto quelle macerie ha dovuto aspettare che ne estraessero i cadaveri. Significa che i vicini, i parenti, chiunque fosse per strada che volesse aiutare scavando con mani e denti se necessario per aiutare quelle persone è stato fermato dalle autorità. E le autorità non potevano intervenire perché non erano autorizzate dalla protezione civile. E la gente che doveva dare l’autorizzazione era scappata alle 10 a Roma, perché “non c’è alcun pericolo” vale solo per i civili, non per le autorità. E la gente, i vicini di casa lì fuori, ad aspettare dalle 6 le 7 di mattina, senza poter fare nulla, senza poter aiutare nessuno, ad aspettare fino a che alle 5 di pomeriggio non hanno estratto 5 cadaveri da quelle stesse macerie, incluso un cazzo di bambino di 10 anni, che se fosse stato aiutato per tempo si sarebbe quasi sicuramente salvato.

E nonostante tutto questo, la povera gente come me deve sentir parlare dei coglioni (e non in quanto comunisti, ma in quanto tali) che lodano chiunque, che non sanno come stanno le cose, che parlano per sentito dire e luoghi comuni, che assaltano qualunque preda venga fornita loro, non perché vogliano farlo ma perché sentono di doverlo fare, anche se non sanno con chi lo stanno facendo, ma è stato indicato loro, quindi deve essere per forza essere colpevole.

Se tacci tali persone di essere xenofobe o semplicemente stupide avrai la risposta standard: “non sono io il razzista! sei tu il comunista/protettore di questi animali/”. Se tacci queste persone di essere degli idioti che parlano parlano solo per dare aria alla bocca, come dei pappagalli ammaestrati, senza conoscere i fatti, ti diranno che loro li conoscono benissimo, sei tu a non conoscere i fatti e/o ad essere un dannato comunista. Oppure, cosa che non sentivo più dal ventennio (anche se non posso dire di averlo sentito di mio, ma le registrazioni esistono per questo), di non essere degno/fiero di essere italiano o, Dio ce ne scampi, di essere un nemico dell’Italia.

Vane sono le richieste di usare il proprio cervello al posto di essere dipendenti dai pensieri altrui. “Cervello?” ti risponderebbero, “Che cos’è un cervello? A cosa serve? Siamo nel nuovo millennio, non siamo noi a pensare, sono gli statisti/mediatici a dir noi a cosa dobbiamo pensare. E poi era scritto anche nel giornale, perciò dev’essere tutto vero!”. O no?

Come disse il saggio, tutti i discorsi xenofobi iniziano con “Io non sono razzista”. E per citare nuovamente Eleanor Roosvelt (spero mi perdoni per l’uso spropositato che faccio di questa sua frase): “Le grandi menti parlano di idee, le menti mediocri parlano di fatti, le menti povere parlano di persone”.

Sempre più spesso mi trovo a rimpiangere la vecchia Italia della “pizza, spaghetti e mandolino”. Mi ritrovo in una Italia in cui gli spaghetti sono stati rimpiazzati dagli hamburger ed il mandolino dal manganello. E la cosa più triste è che a quasi tutti piace questa nuova Italia. Non importa se (perdonatemi il paradosso) avanziamo verso un’arretratezza che mai al mondo avrei sognato. Quello che ai nostri occhi appare è solo un benessere globale tutto nostro, che gli altri (dannati extracomunitari!) vorrebbero anche per loro, ma che è solo nostro, ed allora sono anche disposti a rubarcelo! Che in realtà siano cazzate non importa a nessuno, perché nel paese dell’omertà, ognuno si fa i cazzi propri.

Tanto per citare esempi di “criminalità straniera”: a Trieste poco tempo fa un tunisino è stato rapinato da un triestino. A Napoli una coppia di giovani turisti è stata rapinata, ma sono riusciti a fermare il ladruncolo: vedendo arrivare la gente pensarono, come riportato anche ai giornali “ma tu guarda, non è vero quello che dicono degli italiani, che sono tutti criminali e roba del genere, ci stanno venendo tutti ad aiutare”. Poi li hanno picchiati (i napoletani ai turisti), hanno ridato la refurtiva al ragazzino, l’hanno fatto scappare, hanno continuato a picchiare i turisti e poi sono scappati.

Vorrei chiudere questo post (evitando altre riflessioni che non sono ancora disposto a rendere pubbliche) con una frase di Einstein: “Non so con quali armi si combatterà la terza guerra mondiale, ma so che la quarta verrà combattuta con pietre e bastoni”.

Ed io sono qui, in attesa di un cenno, armato fino ai denti e pronto alla guerra.

Si accendano le luci, si alzi il sipario, che entrino gli attori.

Pensieri Sciolti

È un mondo d’inferno. Un mondo in cui tutto ha un prezzo, tutto un valore, tutto una durata. Il più nobile dei pensieri oggi, potrà essere merce di scambio domani. O essere addirittura rinnegato, come se d’improvviso perdesse di significato.

Onestà, lealtà, onore, saggezza… tutte parole vuote, come le altre infinite parole che vengono quotidianamente usate a sproposito. Come se per parlare bisognasse pescare nel vocabolario un termine casuale da inserire ad hoc, anche fuori contesto, per far bella figura. O per privarlo di ogni suo significato.

Popolare, populista, liberale, socialista, oramai hanno tutti connotati diversi. Il socialista è un ladro comunista, il liberale è un ladro fascista. Il populista è… cos’è un populista? Chi può ormai dire cosa sia un populista? Questo termine è stato usato talmente spesso che oramai non si sa più cosa significhi. Berlusconi è stato tacciato, da sempre, di essere un piazzista/populista. Lo stesso Berlusconi critica Di Pietro per essere un populista. O Berlusconi, che parla di proposta di “legge popolare”. Ma la “legge popolare” non era una legge che veniva proposta dal popolo? Non mi sembra che si possa definire “legge popolare” una legge studiata e fatta da un primo ministro e data in pasto alla gente. Ma basta parlare di politica, non era questo che avevo in mente, seppur causa di gran parte del contesto.

Io ho vissuto in un periodo, seppur breve, in cui le parole avevano ancora un significato. Una persona onesta era una persona onesta, un ladro era un ladro, un mafioso era un mafioso, un culattone era un culattone, ed un segaiolo era un segaiolo, per dirla alla Patrucco: «non giudicatemi per le parole usate ma per il senso, perché per me è uguale: la vera differenza è che uranista/onanista la capiscono Sgarbi ed un paio d’altri, culattone/segaiolo la capiscono tutti».

Di quest’era ho visto tutto il declino, sempre lento, perpetuo, in alcuni momenti quasi impercettibile. E fu così che i mafiosi divennero eroi, i ladri perseguitati, gli onesti invidiosi. Le persone che avevano a cuore le altre persone divennero populisti, quelle che facevano affari mettendoci i soldi (o il culo, come diceva Ricucci) degli altri diventano grandi imprenditori d’alta finanza. I lavoratori diventano risorse umane, i disoccupati scansafatiche…

Ed in tutto questo vorticoso turbinio di parole, non si sa più come definirsi. Le parole stesse sono state private e deprivate del loro significato. Quella che noi chiamiamo una rosa, con qualsiasi altro nome, profumerebbe altrettanto dolcemente. È si vero, ma in un contesto sviluppato ogni cosa ha un suo nome ed ogni nome ha un suo senso. Se invertissimo i nomi della rosa con quello degli escrementi, diremmo in scioltezza che “questa rosa puzza di merda”. Ogni cosa ha un suo senso.

A parte, forse, questo post. Almeno per i più.

PS: stranamente mi è tornato in mente [SkiD], dopo un mio dialogo con lui, che si rivolse ad un amico e gli disse: “Sembra che non ha detto niente. Ma se lo stai ad ascoltare attentamente, con mente aperta, capisci perfettamente cosa ti sta dicendo, e non ti fai ingannare dall’apparenza delle parole.” Chissà, forse lui capirà.