Anche i gabbiani dormono

Oggi ho visto Rattle and Hum, e d’improvviso m’è salita l’angoscia, la tipica angoscia che mi assale in certi momenti. Tanta è stata la botta che ho deciso, alle 5:00 di mattina, di rivestirmi, entrare in macchina ed uscire di casa. Tra me e me pensavo “ci son due tipi di persone che escono alle 5 di casa: i ladri ed i fornai”, frase che per la prima volta capii essere errata, in quanto avevo tralasciato gli addetti ai pescherecci. Ma divago.

Nel lento aspettar ch’il sol sorgesse, navigavo a pel di memoria. Ricordi di un’era passata, seppur trattasi di pochi anni fa. Chiamate oltre oceano ad arzille ragazze sparse un pò per i continenti, lunghe/semieterne passeggiate, albe e tramonti, liriche e prose, amici e vizi. Un pò come l’acqua marina mattutina, che va sia al largo che a riva. Il vento che increspa e muove l’acqua portandola verso il largo, quella stess’acqua che incessantemente spinge se stessa verso la riva, ed il tutto a pel d’acqua, tanto più che si stenta a capir cosa va dove, eppur si scorge l’acqua andare in tutte e due le direzioni contemporaneamente. Allo stesso modo la mia anima va dalla parte opposta del mio corpo, tanto più che fatico a capir chi abbia torto, ma forse entrambi han ragione, “come due tipi che discutono e nessuno ha ragione, on and on and on and on”.

E di lì a poco capii altresì che, così come i ricchi piangono, i gabbiani dormono, anche se hanno la sveglia puntata all’alba. Così come i corvi, anche se non ho capito cosa ci facessero i corvi in spiaggia coi gabbiani. Ma divago, tanto per cambiare.

La rabbia montava in me mentre realizzavo di non essere affatto cambiato. Sono solo un pò più ricco, un pò meno solo, con un pò meno amici, ma con gli stessi talenti. E mi sento come nella parabola dei talenti. In parte prego affinché morte o apocalisse arrivino presto a livellare le anime, affinché io possa giustificarne il seppellimento o, quantomeno, il non utilizzo. Se da una parte non credo in Dio quindi, dall’altra spero esista. Il che, per me, è quantomeno strano.

Il sole si leva, asciugando le lacrime porte al vento, lasciando iniziare un nuovo giorno. A cui seguirà un nuovo pomeriggio, una nuova sera, ed una nuova notte.

E quindi uscimmo a riveder le stelle.

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