Pensieri Sciolti

È un mondo d’inferno. Un mondo in cui tutto ha un prezzo, tutto un valore, tutto una durata. Il più nobile dei pensieri oggi, potrà essere merce di scambio domani. O essere addirittura rinnegato, come se d’improvviso perdesse di significato.

Onestà, lealtà, onore, saggezza… tutte parole vuote, come le altre infinite parole che vengono quotidianamente usate a sproposito. Come se per parlare bisognasse pescare nel vocabolario un termine casuale da inserire ad hoc, anche fuori contesto, per far bella figura. O per privarlo di ogni suo significato.

Popolare, populista, liberale, socialista, oramai hanno tutti connotati diversi. Il socialista è un ladro comunista, il liberale è un ladro fascista. Il populista è… cos’è un populista? Chi può ormai dire cosa sia un populista? Questo termine è stato usato talmente spesso che oramai non si sa più cosa significhi. Berlusconi è stato tacciato, da sempre, di essere un piazzista/populista. Lo stesso Berlusconi critica Di Pietro per essere un populista. O Berlusconi, che parla di proposta di “legge popolare”. Ma la “legge popolare” non era una legge che veniva proposta dal popolo? Non mi sembra che si possa definire “legge popolare” una legge studiata e fatta da un primo ministro e data in pasto alla gente. Ma basta parlare di politica, non era questo che avevo in mente, seppur causa di gran parte del contesto.

Io ho vissuto in un periodo, seppur breve, in cui le parole avevano ancora un significato. Una persona onesta era una persona onesta, un ladro era un ladro, un mafioso era un mafioso, un culattone era un culattone, ed un segaiolo era un segaiolo, per dirla alla Patrucco: «non giudicatemi per le parole usate ma per il senso, perché per me è uguale: la vera differenza è che uranista/onanista la capiscono Sgarbi ed un paio d’altri, culattone/segaiolo la capiscono tutti».

Di quest’era ho visto tutto il declino, sempre lento, perpetuo, in alcuni momenti quasi impercettibile. E fu così che i mafiosi divennero eroi, i ladri perseguitati, gli onesti invidiosi. Le persone che avevano a cuore le altre persone divennero populisti, quelle che facevano affari mettendoci i soldi (o il culo, come diceva Ricucci) degli altri diventano grandi imprenditori d’alta finanza. I lavoratori diventano risorse umane, i disoccupati scansafatiche…

Ed in tutto questo vorticoso turbinio di parole, non si sa più come definirsi. Le parole stesse sono state private e deprivate del loro significato. Quella che noi chiamiamo una rosa, con qualsiasi altro nome, profumerebbe altrettanto dolcemente. È si vero, ma in un contesto sviluppato ogni cosa ha un suo nome ed ogni nome ha un suo senso. Se invertissimo i nomi della rosa con quello degli escrementi, diremmo in scioltezza che “questa rosa puzza di merda”. Ogni cosa ha un suo senso.

A parte, forse, questo post. Almeno per i più.

PS: stranamente mi è tornato in mente [SkiD], dopo un mio dialogo con lui, che si rivolse ad un amico e gli disse: “Sembra che non ha detto niente. Ma se lo stai ad ascoltare attentamente, con mente aperta, capisci perfettamente cosa ti sta dicendo, e non ti fai ingannare dall’apparenza delle parole.” Chissà, forse lui capirà.

2 pensieri riguardo “Pensieri Sciolti”

  1. Ti rispondo con due citazioni:

    “stat rosa pristina nomen, nomina nuda tenemus”

    e

    “… scoprirai che molte delle verità in cui crediamo, dipendono dal nostro punto di vista…”

    1. Entrambe cose verissime, a parte il fatto che non parlavo di quello 🙂

      O meglio, lo facevo, ma riferito a tutt’altro.

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